Reich e la psicoterapia corporea
LA PSICOTERAPIA CORPOREA
Wilhelm Reich è il padre della psicoterapia corporea moderna.
L’approccio psicosomatico nella psicoterapia nacque quando Wilhelm Reich divenne consapevole che la tradizionale tecnica psicoanalitica, che consisteva nel portare il materiale inconscio alla consapevolezza, non portava alla guarigione completa.
Nel tentativo di superare questa difficoltà, Reich allargò la visione psicoanalitica focalizzando l’attenzione sulla globalità dell’individuo che include non solo le pulsioni, i conflitti e le difese, ma anche il “corpo”: il suo modo di presentarsi, di muoversi, la sua postura, la sua mimica.
Reich capì che la salute psicologica dipende dalla libera circolazione dell’energia biologica nel nostro corpo. La malattia mentale è causata da un blocco di questa energia, che non scorre più e causa malessere fisico e psichico.
Fu ispirato da Freud, che già aveva scoperto che la nevrosi è causata da ingorghi della libido, cioè dell’energia sessuale. Reich si spinse ancora più avanti e chiamò questa energia «orgonica».
Secondo Reich l’infelicità umana derivava da una mancata comprensione dell’importanza del corpo e dei suoi bisogni: la sofferenza era causata dalla costante repressione degli impulsi sessuali. A forza di soffocare la propria parte istintuale l’individuo perdeva il contatto con la sua energia vitale e con il piacere di vivere.
Un individuo sano era quello che poteva avere rapporti sessuali disinibiti, capace di raggiungere un orgasmo pieno, mentre l’individuo nevrotico era quello che non poteva abbandonarsi al piacere e non riusciva ad ottenere uno sfogo completo dell’energia sessuale.
L’energia di cui parlava Reich era la stessa che da millenni i Cinesi conoscevano e manipolavano nella loro medicina, ma che era ancora sconosciuta o derisa dalla scienza occidentale.
Reich è stato molto criticato e osteggiato per le sue teorie, considerate sovversive e pericolose, soprattutto per la centralità che ha attribuito al sesso in una società ancora sessuofobica e puritana. Fu addirittura accusato di truffa e imprigionato e morì in carcere. Reich è considerato tuttora un genio ed è il punto di riferimento per tutte le psicoterapie ad orientamento corporeo.
L’ANALISI DEL CARATTERE
Ne «L’analisi del carattere» del 1929 Reich chiamò “carattere” non solo l’insieme degli atteggiamenti psicologici ed emotivi dell’individuo, ma anche l’insieme delle sue abituali manifestazioni comportamentali e corporee.
Infatti, secondo Reich nel corpo sono impresse tutte le esperienze passate di un individuo. Attraverso l’analisi e l’osservazione della postura è quindi possibile ricostruire la sua storia, capire le fissazioni, i traumi, le esperienze che lo hanno segnato.
La scoperta rivoluzionaria di Reich fu quella che tutti i blocchi o i conflitti emotivi si insediavano nel tessuto muscolare del corpo, formando quella che chiamò «armatura del corpo».
Per armatura del corpo si intende lo stile corporeo peculiare di ogni individuo, lo stile posturale e comportamentale che riflette il suo stile emotivo e che corrisponde all’armatura del carattere. Quindi le difese psicologiche si manifestano tanto a livello mentale, quanto a livello muscolare e persino a livello viscerale, degli organi interni.
Attraverso l’analisi del carattere Reich era in grado di evidenziare i tratti psicologici, emozionali e somatici tipici di una persona e, parallelamente, le patologie tipiche ad essa associate.
Una contrattura muscolare che porta a rigidità in qualche zona del corpo è un modo esagerato di contenere un’emozione; invece di permettere lo scorrere dell’energia, la contiene dentro una struttura e la blocca in maniera che non possa affiorare alla consapevolezza cosciente. Questo stato di irrigidimento può essere una difesa temporanea nei confronti di un contenuto doloroso o inaccettabile, e può durare per un periodo limitato di tempo, ma può anche diventare un controllo cronico che l’individuo mette in atto automaticamente, senza rendersene conto. A quel punto si forma una vera e propria “corazza caratteriale”.
I 7 CENTRI ENERGETICI
Una delle comprensioni fondamentali di Reich fu che le fissazioni agli stadi evolutivi della vita infantile lasciano dei segni incisi sia a livello psichico che a livello fisico e si manifestano con una precisa corrispondenza corporea. Secondo Reich le ferite infantili portano l’individuo ad irrigidirsi e a paralizzarsi a causa della paura o del dolore. Per difendersi il nostro corpo tende a bloccare i suoi movimenti naturali e spontanei irrigidendosi e contraendosi.
Reich evidenziò che i principali blocchi e tensioni psicosomatiche si strutturano in sette aree corporee. A ogni livello corrispondono specifiche alterazioni, caratteristici complessi di sintomi e le patologie connesse.
OCULARE
ORALE
CERVICALE
TORACICO
DIAFRAMMATICO
ADDOMINALE
PELVICO (comprende bacino e gambe)
I CHAKRA
Ci pare di poter affermare che i 7 segmenti psicosomatici descritti da Reich assomigliano moltissimo ai Chakra descritti dalla disciplina indiana dello yoga.
Secondo la visione indiana, l’uomo è composto da vari corpi energetici dei quali diviene cosciente via via che la sua evoluzione personale lo porta a una capacità percettiva più affinata. Per risvegliare questo tipo di percezione, che corrisponde ad un ampliamento del campo di coscienza, è necessario passare attraverso un processo di purificazione e sviluppo delle attitudini individuali attraverso varie pratiche yogiche.
All’interno della spina dorsale vi è un dotto di energia chiamato Sushumna lungo il quale scorre la più potente delle energie psichiche, la Kundalini. Ai due lati di questo canale vi sono due dotti di energia, Ida e Pingala. Ida origina a destra della colonna vertebrale, pingala a sinistra.
Queste due correnti corrispondono all’energia maschile e femminile e si avvolgono in spire verso l’alto, come serpenti, attorno al Sushumna, incrociandosi in 7 punti importantissimi, chiamati chakra.
Ogni chakra è considerato come un centro energetico e come un centro di coscienza ed è interessato ad aspetti diversi del comportamento e dello sviluppo umano. Partendo dall’alto verso il basso i chakra sono i seguenti:
7° Chakra: “Sahasrara” o della Corona. Collegato all’autorealizzazione e illuminazione
6° Chakra: «Ajna» o della fronte. Situato nello spazio tra le sopracciglia. Legato ai poteri della mente e ll’autocoscienza intensificata
5° Chakra: «Vishudda» o della gola o laringe. Legato alla comunicazione, all’autoespressione.
4° Chakra: «Anahata» o del cuore, legato ai sentimenti di affetto e tenerezza.
3° Chakra: «Manipura» o dell’ombelico. Collegato alle emozioni grezze, al potere e identificazione sociale.
2° Chakra: “Svadhisthana», situato a livello dei genitali, corrisponde agli impulsi sessuali e alle relazioni primarie.
1° Chakra: “Muladhara”, situato alla base della colonna: sede del potenziale umano, dell’energia primitiva e alle esigenze basilari della sopravvivenza.
Lo sviluppo psicospirituale
Secondo questa tradizione, il compito dello yogi è quello di evolvere, ascendere passando attraverso tutti i chakra, fino a portare verso l’alto, alla sommità della testa, l’energia Kundalini.
Si ritiene che ogni chakra, con le corrispondenti qualità del comportamento umano, debba essere sbloccato e sviluppato prima di poter ascendere di livello e sviluppare la regione successiva. I vari chakra devono essere liberati da tossine e blocchi che li rendono meno vitali e funzionali.
Le regioni dei chakra inferiori possono essere considerate come le fondamenta su cui poggiano le qualità superiori e più evolute dell’essere umano. Quando si lasciano delle tensioni irrisolte nei chakra inferiori, questo impedisce di progredire correttamente verso un completo sviluppo psicospirituale. Il processo è abbastanza simile a quello delle terapie psicocorporee occidentali, che agiscono sul corpo per renderlo più vitale e sano, per favorire la liberazione delle energie bloccate, aumentare la vitalità e promuovere un cambiamento nello stato di coscienza del paziente.
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